MANIFESTARE, CRITICARE.

Si cominci a manifestare per la pace, eventualmente – e io credo sia indispensabile – con spirito anticapitalista, nella convinzione che gli attori del dominio siano la causa dei conflitti, costantemente alla ricerca di più ingerenza per ottimizzare i profitti e il potere (nazionale, internazionale… geopolitico) a discapito delle classi lavoratrici e delle popolazioni mondiali.

Insomma, la lotta per la pace ha un significato autentico e funzionale se è radicale, orientata ad indicare (eliminare!?) con veemenza le cause profonde delle guerre – ostinatamente economiche e di potere – contrastando la ‘pulsione bellica’ (che non è solamente un dato individuale, psicologico ma anche ideologico e politico) osannata dalle destre estreme che la considerano una virtù, e accettata dai capitalfinanzieri all’interno di una estrema irratio che viene attivata nella misura in cui si convincono che per mantenere il dominio dei mercati e dei territori sia indispensabile un qualche conflitto armato.

ESCE A NOVEMBRE

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