A PROPOSITO DELL’IDEALISMO MAGICO DI JULIUS EVOLA

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Maurits Cornelis Escher

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L’idealismo magico in definitiva è un orientamento aleatorio. Non corrisponde a nulla di reale.
Non “morde ” la realtà.
Inoltre è una posizione subdola che, nel contesto politico,  ha esiti  di “destra”.
Inoltre ancora può essere un passatempo per i giovani e meno giovani virgulti delle classi agiate e per i frustrati delle classi meno abbienti che al solito pensano e agiscono nella più o meno segreta ambizione di assurgere a divinità superomistica per poter condividere gli agi del potere materiale in primis e poi anche “spirituale”, cioè investire un ruolo d’autorità prescindendo dal proprio autentico valore e dalle proprie vere competenze.
In definitiva i meno capaci abbracciano l’idealismo magico per far fronte alla propria inadeguatezza esistenziale, volendo al contempo porvi fine, ma non impegnandosi a dovere (studiando, facendo veri e propri percorsi sociali, lavorando, ecc.), rifiutando la responsabilità di essere nel mondo non magicamente appunto ma realmente, attivamente.
Si trastullano, in definitiva, in fantasie megalomaniche spesso avendo il pane assicurato da un contesto familiare che li appoggia o li commisera per la loro inettitudine.
Facendo un minimo di chiarezza terminologica:

a) l’idealismo è un orientamento filosofico in gran parte retaggio del pensiero onnipotente infantile.

b) la magia ha le medesime ascendenze: ottenere ciò che si vuole senza impegno, facendo, cioè, fantasiosi e sciocchi rituali, convincendosi poi che avvenga il voluto e quindi ancora una volta assumendo la fantasia al posto della realtà.

c) la giustapposizione dei due termini-concetto rafforza nel medesimo senso  il significato di entrambi.

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Julius Evola è stato un intellettuale italiano poliedrico influenzato dalla cultura aristocratica e tradizionale. Ebbe collusioni col fascismo anche se talvolta assunse posizioni blandamente critiche verso alcuni suoi aspetti. Molte personalità di destra hanno col tempo condiviso e diffuso il suo pensiero. Tra questi Pino Rauti, tra l’altro militante della Repubblica Sociale Italiana, aberrante sistema sociale fondato su altrettanto aberranti principi organizzativi e sottomesso alle direttive di Hitler.
Non vi è alcun bisogno del pensiero di Evola se non come passatempo intellettuale, trascinati eventualmente dal fascino della categoria “mistero” — cui fanno riferimento direttamente o indirettamente certe sue teorizzazioni — mistero che, in fondo, è un ottimo strumento-antidoto per allontanarsi dalle pene quotidiane e purtroppo dal senso di impotenza oramai diffuso a macchia d’olio specialmente nel mondo contemporaneo.

Tale funzione è affine a quella delle molteplici credenze religiose con le quali,  magia e  mistero, hanno parecchi punti di contatto, sia storici che psicologici.

Impotenza incrementata anche dal furto del futuro, come afferma a più riprese, e tra gli altri, il filosofo Diego Fusaro, anch’egli tuttavia affascinato dall’idealismo (non magico, sebbene qualcuno potrebbe notare delle analogie) di Fichte, Gentile e Gramsci, ancorchè attento studioso del pensiero marxiano.
Il concetto di “praxis”, che riporta, per certi versi, alla “pratica magica” di Evola, richiederebbe molte precisazioni e in questa sede non sono possibili.

Dico soltanto che la “magia” per sua natura è  credere d’intervenire sulle cose reali tramite pratiche esoteriche e rituali mistico-misteriosofici.

Qualcuno vede la scienza nel suo complesso derivata dalla magia, come del resto l’alchimia sarebbe per alcuni l’antesignana della chimica contemporanea, mentre  per altri della psicologia (cfr. C. G. Jung).

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La relazione tra Martin Heidegger e l’idealismo magico non è diretta, tuttavia trovo che vi sia un’ – aria di famiglia –  tra il filosofo tedesco e questa corrente di pensiero. Tra l’altro Heidegger era chiamato, specie dai suoi studenti, Mago di Messkirch.

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Possiamo chiamare -idealismo egotistico- la deriva di ogni concezione che permette  a un’idea o a un  sistema di idee appartenente al soggetto di assumere la funzione di creare la realtà, rafforzando così la concezione classica dell’idealismo medesimo. L’idealismo magico persiste in questa credenza inglobando anche la convinzione che rituali, preghiere, percorsi mistici o soltanto spirituali, possano incidere sui fatti reali alla stregua (o addirittura con più efficacia) delle azioni concrete.

L’onnipotenza del pensiero, retaggio infantile (cfr. S. Freud), prende le sembianze di pratiche elaborate che vengono “vendute” agli adepti da parte dei “maestri illuminati” i quali elargiscono non certo magnanimamente le loro pretese conoscenze al momento ancora esoteriche.

In altri termini, vendono il nulla confezionato egregiamente tanto da influenzare coloro che appunto si lasciano trasportare da desideri magici, fantastici e specialmente di rivalsa sul mondo. Al fine di riuscire a manipolare, secondo i propri interessi, il prossimo e addiritttura la natura. L’intento, latente o manifesto, è tuttavia di raggiungere l’onnipotenza, la vetta del potere.

L’egotismo, cioè esaltazione di se stessi a discapito di chiunque altro.

Codesti sono desideri pericolosi che si appoggiano a un mondo tenebroso il quale spesso si manifesta con modalità illecite, grottesche ma anche francamente ridicole.

Un pensiero su “A PROPOSITO DELL’IDEALISMO MAGICO DI JULIUS EVOLA

  1. Mi trovo totalmente in accordo sul fatto che la dimensione magica sia da collegare alla fase del pensiero onnipotente del bambino: è quindi una dimensione in qualche modo almeno potenzialmente presente in ciascuno di noi e per questo tende ad essere tanto affascinante. C’è un aspetto del tuo intervento sul quale mi piace riflettere un momento: se è vero che la magia ė stata l’antesignana della scienza, l’alchimia della chimica e, aggiungerei, l’astrologia dell’astronomia, allora mi viene da pensare che il discorso della manipolazione possa essere esteso anche alla scienza e al suo portato più concreto che è la tecnologia. Qual’è infatti l’impatto che nel bene o nel male hanno avuto le scoperte scientifiche sulla vita dell’uomo e sulla natura? A mio avviso tale impatto è impressionante, soprattutto negli ultimi due secoli. Possiamo provare a considerare la magia antesignana della scienza anche in questo: uno dei grandi sogni dell’uomo, certamente figlio del pensiero onnipotente di cui sopra, è quello di manipolare la natura e di acquisire potere sui suoi simili, basti pensare all’incredibile “evoluzione” tecnologica degli armamenti: la realizzazione di questo sogno passa attraverso l’uso di strumenti diversi e, tra questi, le scoperte scientifiche e l’innovazione tecnologica che ne deriva sono certamente il più efficace, sia per la qualità di vita che ci possono regalare, sia per i disastri che da esse possono derivare.

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